Audace Sailing Team

Dalle aule al mare: la nascita del team

La nostra storia comincia con un gruppo di studenti di ingegneria, desiderosi di sporcarsi le mani e mettere in pratica quanto appreso in aula, tutti con una grande passione: la vela.
In cerca di opportunità su questa linea, scopriamo la 1001 VelaCup, regata che sfida gli studenti a competere sui propri skiff classe R3 progettati e costruiti con almeno il 75% di materiali ecosostenibili. I primi tempi sono di organizzazione del gruppo, reclutamento, adattamento degli spazi a cantiere e creazione di un ufficio. Ma da lì si parte con il primo ambizioso progetto.

L’idea iniziale è quella di creare uno skiff in composito, ma ci scontriamo da subito con la prima difficoltà. Per una barca in composito serve uno stampo in vetroresina, che richiede un plug in legno, destinato ad essere buttato via. Fedeli agli obiettivi di sostenibilità, decidiamo di cambiare i nostri piani e far partire un progetto più ampio, comprensivo di due barche gemelle: Dedalo, costruita in legno, avrebbe fatto da plug per lo stampo della seconda barca, Lina, costruita in fibra di lino e resina epossidica biobased. A fine corsa, avremmo avuto due barche perfettamente in grado di navigare.

Nonostante le numerose difficoltà -limiti di budget, lavoro a distanza (erano i tempi del Covid-19!) e relativa inesperienza- eravamo determinati a portare a termine il progetto. Nell’estate del 2020, dopo la prima ondata, vediamo finalmente la nostra Dedalo in acqua. Gran parte del processo costruttivo viene completato in-house, all’interno dell’università nel nostro EcoSailing Lab. Nel frattempo il team si ingrandisce e si decide di non limitare questa possibilità ai soli studenti di ingegneria. Entrano così nuovi membri da varie facoltà, e con loro un’ampia gamma di nuove competenze fondamentali.

Costruiamo dunque Lina e, dopo un anno di duro lavoro, nottate in cantiere e giorni a laminare sotto il sole, partiamo alla volta di Mondello per la nostra prima edizione della 1001VelaCup. Le aspettative sono alte. E la nostra dedizione viene ripagata, con il trionfo di Dedalo, portata da Matija Succi al timone e Alberto Tezza a prua.

BAI - Lina Rossa e le vittorie del 2022

Con Dedalo e Lina in acqua, eravamo desiderosi di fare ancora di più. Volevamo uno skiff che racchiudesse tutte le migliori caratteristiche della flotta. Barca 3, ancora innominata, doveva ereditare le linee d’acqua ottimizzate di Dedalo e le sue appendici, coniugandole con i materiali di Lina e l’esperienza che avevamo maturato durante la sua costruzione. Nel frattempo, si poneva un altro problema: il nome! La tradizione che avevamo instaurato era quella di omaggiare la barca precedente, infatti Lina, oltre a giocare sull’utilizzo del lino (attenzione che qua stiamo rendendovi partecipi di retroscena segreti!), prendeva il suo nome da Dedalina, il vezzeggiativo utilizzato durante la costruzione di Dedalo. Così Barca 3, nelle notti in cantiere, diventava Linetta, Lina 2…fino a quando abbiamo deciso che la livrea sarebbe stata rossa, e il resto è storia!

Le nostre scelte progettuali e gli sforzi compiuti per perfezionare la tecnica dell’infusione a vuoto hanno portato a un risultato sorprendente: lo scafo di Bai-Lina Rossa (il guscio) pesa solo 22 kg e la barca intera (armo escluso) solo 60 kg circa!

A settembre ci ritroviamo a Monfalcone, per l’edizione 2022 della 1001VelaCup. Variamo la barca due giorni prima della regata, con tutte le ansie che da ciò derivano. Ma Lina Rossa, con Andrea Parmegiani al timone e Francesco Ripandelli a prua, non delude: primo giorno di regata, prima prova, primo posto.
E da lì non si ferma, in tre giorni, porta a casa sei primi posti su otto prove, dimostrando un’incredibile affidabilità appena messa in acqua, nessun cenno di cedimento!

Il bello della 1001VelaCup è che non è una regata in cui l’equipaggio partecipa da solo. L’intero team l’affianca, si dà il cambio per tenere il fiato sospeso sul gommone. Lo shore team è sempre pronto alla sistemazione dell’ultimo minuto, il coach a consigli di tattica, gli amici ad un abbraccio confortante. E a questa edizione il tifo è tanto: vengono gli sponsor, la Rai, addirittura gli “anziani” fondatori del team prendono ferie e organizzano una barca di tifo agguerrito.

Sono giorni di grande emozione e, se dobbiamo dirla tutta, di molte lacrime di gioia e soddisfazione.
La nostra passione viene ripagata nel migliore dei modi: Bai – Lina Rossa domina su tutte, vincendo non solo la regata ma anche il DRIF Award grazie al suo design innovativo.
E non è finita qui:
Dedalo conclude subito dietro BAI – Lina Rossa, in entrambe le competizioni.
Lina chiude quarta, ad un pelo dal podio… non volevamo esagerare!

Il nostro 2023: la storia continua

Stimolanti relazioni con il pubblico e le basi per il futuro

In seguito alla conclusione della 1001VelaCup, per il team c’è stato un periodo di significativo entusiasmo, caratterizzato da una serie di eccezionali e coinvolgenti eventi. Tra questi la partecipazione alla Barcolana con l’esposizione della nostra imbarcazione Bai-Lina Rossa in piazza Unità, l’inclusione sulla copertina del volume XIV di The Triestiner, e un’intervista su Rai1 con trasmissione in diretta su Linea Blu. Inoltre, abbiamo organizzato conferenze che hanno visto la partecipazione di figure di spicco come Matteo Ledri e Andrea Zugna del team Luna Rossa Prada Pirelli. Questo periodo ha rappresentato un’opportunità unica per condividere la nostra storia e le nostre soddisfazioni con il pubblico. 

Il nostro team, ora arricchito da nuovi membri, conta settanta partecipanti, dimostrando una crescita significativa rispetto agli anni precedenti. Siamo entusiasti di continuare a migliorare e a dare il meglio di noi, nonostante la fatica accumulata durante questa intensa fase.

La SuMoth challenge: il primo volo di BAI – Flying Lina

Carichi di sentimenti positivi il Team ha deciso di accettare una nuova sfida dopo aver raggiunto tutti gli obiettivi fissati per la 1001 VelaCup: l’iscrizione alla Sumoth Challenge. Quest’ultima è una competizione internazionale che richiede la progettazione e la costruzione di un Moth, una barca foilante simile a quelle utilizzate nella Coppa America. La nostra ambizione non si è limitata alla semplice realizzazione di una barca volante, ma si è voluto ovviamente realizzarla utilizzando materiali sostenibili. Sebbene il carbonio sia il materiale tradizionalmente preferito per le barche ad alte prestazioni, coniugando eccezionali proprietà meccaniche con una leggerezza estrema, i membri del Team sono consapevoli del suo significativo impatto ambientale. 

La narrazione della barca BAI – Flying Lina, immersa nella stimolante avventura della sfida SuMoth, si snoda attraverso un meticoloso susseguirsi di fasi e decisioni cruciali. In questa competizione ad alta tensione, le regole sono ferree, abbracciando le specifiche di classe Moth e il regolamento SuMoth. Un vincolo cruciale si evince dai “costi” standardizzati dei materiali utilizzati, valutati in “SM$” (dollari SuMoth): un approccio che premia la sostenibilità, abbattendo i costi in dollari SuMoth per materiali eco-compatibili.

Il progetto è articolato in diverse aree funzionali, ognuna affidata a un team con un responsabile dedicato.

Nel dettagliare la progettazione dello scafo, l’attenzione si focalizza sulla forma originale, con uno studio approfondito delle prestazioni in fase dislocante, garantendo stabilità, galleggiamento e bassa resistenza al decollo, per un perfetto equilibrio tra aerodinamicità e comfort per il velista. Grazie all’utilizzo di modeFRONTIER, il ciclo di ottimizzazione esplora rapidamente le opzioni progettuali, integrando considerazioni idrostatiche e previsioni di resistenza (Holtrop).

La coperta, caratterizzata da un layout ergonomico, è pensata per agevolare la costruzione e l’organizzazione dell’attrezzatura, mentre i ponti solidi, realizzati con travi in sandwich e pannelli rinforzati, superano le sfide legate ai trampolini.

Per quanto riguarda i materiali, la fibra di lino si conferma come scelta primaria per il corpo principale, mentre per le appendici si adotta una combinazione innovativa del 50% di fibra di lino e il 50% di carbonio nuovo e di recupero. Le prove strutturali FEM, con particolare attenzione al giunto T, guidano la selezione delle dimensioni e dei materiali utilizzati.

La fase di produzione vede l’impiego della tecnica dello stampo femmina diretto per la realizzazione dello scafo, tramite strip planking in legno, una soluzione innovativa mai utilizzata nei cantieri dell’Alto Adriatico. Anche per le appendici, si adotta una strategia avanzata, con l’utilizzo della tecnica del sacco a vuoto su stampi in compression moulding per i verticali, mentre i foil vengono prodotti direttamente attraverso lo stampo.

Il successo non si fa attendere: BAI – Flying Lina si aggiudica il primo posto alla Sumoth Challenge 2023, stabilendo anche il record di velocità di 23 nodi nella medesima competizione. Non solo una vittoria sportiva, ma il trionfo della visione di vela ecosostenibile e del lavoro di squadra pionieristico che ha portato alla realizzazione della prima barca volante progettata dall’Audace Sailing Team.